Luna Storta: come fare un patto con il Diavolo (e vivere felici)
In questa Luna partiamo dal diavolo delle fiabe e di tutti quelli che hanno provato a imbrogliarlo, fino ad arrivare a Faust, Il Maestro e Margheritae il rock'n'roll
Ciao, questa è Luna Storta, la newsletter preferita dai Bafometti. Dopo una lunga pausa estiva, torno a infestare la tua casella e lo faccio in compagnia del Diavolo in persona. Paura?
Nell’ultimo anno e mezzo ho lavorato saltuariamente a una storia breve a fumetti (che spero di finire prima o poi). Si tratta di una fiaba dai contorni faustiani. Sebbene non avvenga esplicitamente un patto col diavolo, il protagonista nel finale si ritrova a rimpiangere di aver ottenuto ciò che desiderava, resosi conto del prezzo da pagare.
Realizzare questo fumetto mi ha portata a ricercare quasi ossessivamente storie di patti con il diavolo, i faustian bargain appunto, per trarre ispirazione. Non mancano certo le fonti: le storie di patti con creature soprannaturali, e di coloro che hanno provato a ingannarle, hanno colpito la nostra immaginazione sin dai tempi più antichi.
Ho pensato quindi di fare un piccolo vademecum e condividerlo qui, nel caso volessi cimentarti anche tu in questa attività (ottima per halloween!). Partiremo, come sempre, con una fiaba.
Il fabbro e il Diavolo
Si tratta di una delle fiabe più antiche, se non la più antica in assoluto. Si stima infatti che risalga addirittura all’età del Bronzo. Ne esistono varie versioni, raccolte nella tipologia ATU 330, ma tutte seguono più o meno la seguente trama.
Un fabbro fa un patto con il Diavolo (o un’altra creatura soprannaturale) per affinare il proprio talento. In cambio, il Diavolo si presenterà dopo un certo tempo pattuito per reclamare la sua anima. Giunto il momento di pagare il proprio debito, però, il fabbro sfrutta le sue magiche capacità metallurgiche per forgiare una catena indistruttibile e imprigionarlo, sfuggendo così alla sua sorte. Vediamo già tutti gli elementi di quello che diventerà poi il patto faustiano: la promessa di doni e talenti soprannaturali, un prezzo da pagare dopo un certo periodo di tempo, l’asimmetria di potere. I doni del Diavolo, infatti, hanno una data di scadenza, ma l'anima è eterna. Vediamo anche il Diavolo come artigiano o costruttore, conoscitore di tecniche magiche e segrete, precursore del Diavolo artista che popola le storie più moderne. E non è un caso che questa fiaba veda come protagonista un fabbro. Possiamo vedere la metallurgia come la prima tecnica davvero artificiale, la coronazione del sogno dell’uomo di fondere e plasmare gli elementi, un’arte quasi magica o divina, non per niente molte sono le divinità antiche protettrici di questo mestiere, come Efesto o Vulcano. Il fabbro è quindi un alchimista (in fondo cosa volevano gli alchimisti se non tramutare i metalli in oro?), come testimoniato anche dal folklore, in cui sopravvive questo legame tra ferro e magia: “toccare ferro” è un modo comune per scacciare la sfortuna, così come i ferri di cavallo, i chiodi e le chiavi in ferro sono tuttora considerati amuleti protettivi. Non ci stupisce quindi che sia proprio il fabbro il primo, non solo a stringere un patto con il Diavolo, ma anche a ingannarlo.
Diabolici ponti
La metallurgia non è l’unico hobby del Diavolo, che, stando alle fiabe, si diletta anche nella costruzione di ponti. Sono molte infatti le leggende, sparse un po' per tutta Europa, di magici ponti costruiti in una sola notte dal Diavolo in persona. È il caso, per esempio, del Ponte della Maddalena, in Toscana.
Ma il diabolico architetto non lavora certo gratis: in cambio dei suoi servigi pretende l’anima di chi attraverserà per primo la sua opera. In queste leggende il contratto viene aggirato facendo attraversare il ponte a un cane, scatenando l’ira del Diavolo e costringendo l'anima del povero animale a vagare sul ponte per l’eternità. Onestamente, se fossi il Diavolo, sarei più che contenta dell' affare.
Pelle d’Orso
La categoria ATU 361 prende il suo nome dalla eponima fiaba dei Grimm e comprende varie fiabe europee, tra cui una variante italiana intitolata Due per Uno, perché si sa che non c'è niente che il Diavolo apprezzi di più di un bello sconto. In questa fiaba un giovane soldato si trova senza lavoro una volta giunta la pace. Viene avvicinato da uno strano uomo, con un piede di cavallo e un giacchetto verde, che gli promette di renderlo ricchissimo a patto che il giovane non si lavi, non si tagli la barba e indossi sempre la pelle di un orso per sette anni. C’è però una postilla: se morirà durante questi sette anni, la sua anima apparterrà per sempre al Diavolo. L’uomo accetta le condizioni e, indossate la giacchetta verde e la pelle d’orso, se ne va per la sua strada. Scopre così che frugando nelle tasche della giacchetta trova sempre dei soldi e, grazie a questo denaro, riesce a sopravvivere, nonostante il fatto che, col passare degli anni, il suo aspetto diventi sempre più ripugnante. Un giorno aiuta un pover’uomo in difficoltà, che in cambio gli offre in moglie una delle sue tre figlie. Le due figlie più grandi sono inorridite dall’aspetto di Pelle d’Orso e si rifiutano di sposarlo, mentre la più giovane si fa avanti, colpita dalla gentilezza che quello strano uomo ha mostrato nei confronti del padre. Così Pelle d’Orso dà alla promessa sposa la metà di un anello e le dice di aspettarlo finché i sette anni del patto non saranno trascorsi.
Allo scadere dei sette anni, il Diavolo è furioso nel vedere che Pelle d’Orso è sopravvissuto, ma è costretto a mantenere il patto e renderlo un uomo ricchissimo. Non solo: Pelle d’Orso pretende anche di essere lavato e che gli vengano tagliate le unghie e la barba. Una volta tornato al suo bell’aspetto, Pelle d’Orso torna dalla sua promessa sposa.
Ma il Diavolo avrà la sua rivincita. Infatti, una volta visto il vero aspetto di Pelle d’Orso, le due sorelle maggiori si suicidano dall’invidia e il Diavolo le reclama, ottenendo così due anime invece che una sola.
Se nelle altre due fiabe i protagonisti riuscivano a ingannare il Diavolo e a non pagare il prezzo pattuito, in Pelle d’Orso fuggire alle clausole dell'accordo non è altrettanto semplice e, anzi, il Diavolo ottiene ben due anime al posto dell’unica pattuita. Nelle storie più recenti, questa caratteristica diventerà predominante: non basta un po' d’astuzia per farla al demonio e, anzi, i suoi contratti, vergati con il sangue, sono impossibili da aggirare.
Faust e i suoi successori
Il Dottor Faust è un personaggio del folklore tedesco, forse basato su uno o più personaggi esistiti realmente. Gli annali ci riferiscono, infatti, di un Johann Georg Faust, mago itinerante vissuto durante il rinascimento tedesco, per non parlare di tutta una schiera di alchimisti, astrologi e ciarlatani che potrebbero aver ispirato la figura leggendaria. Nel 1587 viene pubblicata Storia del Dottor Faust di Johann Spies e da quel momento storia e folklore si fondono irreversibilmente. Questa biografia ispira l'opera teatrale di Marlowe del 1590 (che sembra che per il suo Faust si sia anche ispirato a John Dee, vecchia conoscenza di questa newsletter) e, successivamente, la tragedia di Goethe. In questa Luna ci concentreremo proprio sull’opera di Goethe, in particolare sulla prima parte della tragedia.
Ci sono alcuni elementi comuni a tutte le versioni della storia: Dottor Faust è uno studioso che stipula un patto con il demone Mefistofele, rigorosamente firmato col sangue: per 24 anni il diavolo sarà il suo servo, offrendogli potere e conoscenze illimitate, ma, allo scadere del tempo, si approprierà dell’anima di Faust rendendolo suo schiavo per l’eternità.
In particolare, il Faust di Goethe è un uomo depresso, in quanto conscio che non ci sia più nulla al mondo per lui da scoprire, avendo raggiunto la massima conoscenza possibile. All’inizio della tragedia tenta persino di suicidarsi con del veleno, ma viene interrotto. Decide così di rivolgersi al mondo degli spiriti, ma fallisce per ben due volte. Durante una passeggiata trova un randagio nero e lo conduce in casa sua. Con suo sommo stupore, il cane si rivela essere il diavolo, che ora è intrappolato. Faust gli propone di stringere un patto, ma il Diavolo riesce a fuggire da casa sua con l’inganno. Si ripresenta al suo uscio qualche tempo dopo, stavolta in forma umana e vestito di rosso, e i due stringono finalmente il famoso patto e iniziano a girare il mondo. In uno dei suoi viaggi, Faust si invaghisce della giovane Margherita e chiede a Mefistofele un aiuto per conquistarla. Così si snoda la triste tragedia della ragazza, che finirà con il pagare il prezzo delle azioni dell’amato. Se all’inizio della tragedia Faust è una figura che suscita compassione, guidato da uno scopo nobile, quello della ricerca della conoscenza, da qui in poi rivela la sua natura spietata, pronta a divorare il mondo per il suo piacere, incurante delle conseguenze che le sue azioni hanno su chi gli sta attorno.
È interessante come, più che il denaro o il potere, la conoscenza sia spesso il desiderio di chi stipula patti con il Diavolo in questo tipo di leggende. È il caso, ad esempio, del papa diavolo, Silvestro II, nato Gerberto di Aurillac, sospettato di aver stretto un patto con il maligno per la sua erudizione e per le sue straordinarie capacità di calcolo.
La vita da studioso, almeno stando a queste storie, è una vita di insoddisfazione, tendendo costantemente all’inconoscibile, a quella essenza delle cose, che è visibile solo per un attimo, per poi sfuggire inesorabilmente alla mente razionale. Il Diavolo promette di colmare quel vuoto, di appagare la mente che si arrovella sulle domande senza risposta, ma alla fine la sua si rivela essere solo un’illusione.
Faust e Mefistofele fanno la loro comparsa anche ne L’Angelo di fuoco di Valerij Brjusov. Il romanzo del 1907 utilizza l’espediente letterario del manoscritto ritrovato. Le vicende narrate, ambientate della Germania del Cinquecento, seguono la vita di Ruprecht, soldato lanzichenecco che, in tempo di pace, fatica a trovare un’occupazione. Si invaghisce di Renata, una donna oscura che gli confessa che da piccola si era innamorata di un angelo, Madiele, e che è alla sua ricerca. Ruprecht viene così iniziato alle arti occulte, nel tentativo di ricongiungere la donna amata con l’angelo. I suoi studi lo porteranno a conoscere Agrippa von Nettesheym (altra vecchia conoscenza di queste Lune), con cui disquisirà sulla natura stessa dell’occulto, a partecipare a un sabba e, come già accennato, a incontrare Faust e Mefistofele a Colonia, dove assisterà a una serie di prodigi compiuti dal demone. A seguito di drammatiche vicende, Renata fugge e cerca la salvezza in un convento a Sant’Ulfo. Qui, però, viene ritenuta responsabile di una serie di avvenimenti misteriosi e accusata di stregoneria. Ruprecht assiste impotente alle torture a cui viene sottoposta l’amata durante il processo e tenta, invano, di farla evadere. Proprio come la Margherita di Goethe, è Renata a pagare il prezzo più alto, raggiungendo la redenzione solo con la sua morte. Ruprecht e Faust non sono gli unici personaggi ad aver stretto patti diabolici: sul finale lo stesso Agrippa svelerà la vera natura del suo fedele cane nero Monseigneur.
L’erede della Margherita di Goethe e della Renata di Brjusov è la protagonista de Il Maestro e Margherita, romanzo di Michail Bulgakov, pubblicato postumo nel 1966. Spietata quanto spassosa satira del regime stalinista, la storia segue le vicende del Diavolo, nei panni del professor Woland, in visita a Mosca in compagnia dei suoi aiutanti, mentre seminano il caos nella città russa. Si tratta di un vero e proprio mosaico, in cui, alla storia d’amore tra i protagonisti, l’anonimo scrittore detto “il Maestro” e Margherita, si intrecciano le vicissitudini dei membri di un circolo letterario moscovita, dei direttori di un teatro di varietà e di Ponzio Pilato.
La Margherita di Bulgakov si discosta di molto dalle sue antenate letterarie: innanzitutto è lei stessa a stringere un patto con il Diavolo e lo fa per amore, per essere riunita con il Maestro che, a sua insaputa, è rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Ma non è spinta solo da sentimenti altruistici: Margherita trova nel patto anche un modo per fuggire da un matrimonio che non la rende felice. E, come spesso avviene, si troverà profondamente trasformata.
Il quinto e ultimo movimento di Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz si intitola “Sogno di una notte di sabba” Se l’uomo che stringe il patto con il Diavolo non perde mai la sua umanità, infatti, la controparte femminile smette di essere umana e si tramuta in una creatura nuova: la strega.
Azazello consegna a Margherita un unguento che la trasforma fisicamente e le dona dei poteri, tra cui quello di essere invisibile e di volare.
Nella sua nuova condizione di strega, Margherita trova la libertà e la felicità che non le erano concesse prima di allora, oltre che essere riunita con il suo amato. Tutt’altro che figura tragica, è al tempo stesso spietata con i suoi nemici (coloro che hanno spinto il Maestro all’esaurimento nervoso e alla distruzione del suo manoscritto) e compassionevole con i dannati e tramite la sua volontà riesce ad ottenere il suo lieto fine e il ricongiungimento con l’amato.
Il Diavolo di Bulgakov è una figura ambigua e beffarda, che, con le sue incursioni nella vita dei moscoviti, mette in ridicolo le ipocrisie loro e del regime in cui vivono.
In questo contesto si inseriscono i capitoli dedicati a Ponzio Pilato, alle ultime ore di vita di Yeshua Ha-Nostri e di Giuda. La ricostruzione si discosta molto dalla versione dei Vangeli, portando in luce il lato più umano dei personaggi.
Ne emerge una profonda compassione nei confronti dell’umanità, schiacciati dal potere e dalle convenzioni. È la ricerca della verità, anche quando scomoda o in conflitto con il potere, ciò che separa tanto i nostri protagonisti, il Maestro e la sua Margherita, quanto Ponzio Pilato, dal resto dell’umanità e ciò che farà meritare loro, se non la salvezza, almeno il riposo.
Il Diavolo artista
Che sia per amore, potere o conoscenza, il Diavolo è in grado di esaudire tutti i nostri desideri. Se c’è un ambito a cui pensiamo quando diciamo “patto con il Diavolo”, però, è sicuramente la musica. Molte sono le storie di musicisti maledetti che si sono susseguite nei secoli, a partire da Paganini e Tartini fino a Robert Johnson e Jim Morrison. Numerose sono le opere che il Diavolo avrebbe aiutato a comporre, come il celebre Trillo del Diavolo o Le Streghe di Paganini. C’è persino un Intervallo del Diavolo che si è guadagnato il suo nome per la sua dissonanza (anche se le storie sulla sua presunta proibizione durante il medioevo sono fandonie). E come non citare i presunti messaggi satanici contenuti nelle canzoni ascoltate a ritroso?
Leggende metropolitane a parte, non è difficile capire come la figura del musicista, della rockstar, possa dare adito a queste storie. Essere un artista è di per sé un accordo faustiano, si sacrificano ore e ore della propria vita in cambio di pochi attimi di performance e, se si ha la sfortuna di avere successo di pubblico, il prezzo da pagare è altissimo. Le vite di coloro che idolatriamo come divinità, sono spesso costellate di sofferenza, di tragedie, di solitudine, talvolta causate proprio da quella fama che tanto hanno desiderato.
Jerome Lalande, in "Voyage d'un Français en Italie, fait dans les années 1765 et 1766" riporta un aneddoto sulla genesi dell’opera, secondo cui Tartini ebbe l’ispirazione in un sogno.
Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità, il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava.
Credo che in questo racconto sia ben descritta la natura faustiana dell’artista, quella tensione perenne verso l’opera che si ha in mente, così come esiste nella propria immaginazione, e l’opera che si è in grado di creare nella realtà, quell’impossibilità di colmare il divario tra le due e, allo stesso tempo, l’impossibilità di smettere di tentare, di provare a ricreare fedelmente un pensiero, un’emozione, un ricordo, un sogno. Non sarà mai come è nella tua testa, eppure non puoi smettere di tentare, nonostante la frustrazione. Quello è il vero prezzo da pagare.
Per questa Luna è tutto, spero ti sia piaciuta. Se vuoi un film che parli di musica e di patti con il Diavolo, ti consiglio Nocturne. Se invece preferisci qualcosa che parli di streghe, The Autopsy of Jane Doe è uno dei miei film horror preferiti.
La caduta della casa degli Usher è una serie Netflix diretta da Mike Flanagan e ispirata alle storie di Edgar Allan Poe. La famiglia Usher si trova implicata in un accordo faustiano con la misteriosa Verna, interpretata da Carla Gugino.
Infine, se vuoi qualcosa da leggere, Il ragno nero di Jeremias Gotthelf è una novella che amo molto, consigliatami dalla mia migliore amica (ciao Berta). Come sempre a seguire trovi le fonti e le letturine. Luna Storta torna a Natale con una epistola labirintica, nel frattempo puoi seguirmi su Instagram, Twitter e Tumblr (sono heyclodia ovunque), dove posto i miei fumettini e le mie illustrazioni.
Alla prossima Luna,
Ciao!
Fonti e letturine:
Bearskin and other folktales of type 361
La seduzione diabolica de “L’Angelo di Fuoco”: Valerij Brjusov e l’occulto di Alice Bettin
Gothic Tropes: The Faustian Bargain
How To Summon The Devil, And What To Do When He Shows Up
Deals with the Devil: A Brief Musical History
FAUST Explained: Goethe’s eulogy of the Enlightenment & its philosophical influence
How to Read 'The Master and Margarita' by Mikhail Bulgakov
I Gave You My Soul (and I Am Dead): Gender & Faustian Fiction
Blacksmiths and the supernatural
Come ingannare la morte. Storie di Santi, fabbri e furfanti.
Ciao *è Berta*! Questa newsletter era bllssm! Però non hai citato Robot Diavolo di Futurama e il patto che fa con Bender. Spero non ci sia rimasto male.